Con i recenti tagli ai treni a Taranto, che, ben
inciso: TRENITALIA si comporta come Aeroporti di Puglia (ambedue partecipate da
capitale Pubblico), torna d’attualità ancora più pressante, Il diritto alla
mobilità assicurato dalla Costituzione Italiana, che abbiamo studiato a scuola. Pare che questo "diritto" ci debba essere garantito.
L’articolo
16 di quella Costituzione recita che lo Stato garantisce che posso «circolare
liberamente in qualsiasi parte del territorio italiano».
Ora i casi sono 2:
1. La Costituzione può essere tranquillamente calpestata, e su
questo, chiederemo lumi ancora una volta al Presidente Giorgio NAPOLITANO;
2. Taranto, non è in territorio italiano.
Avevamo già affrontato il tema a giugno di quest’anno, ma è doveroso
fare una ripassatina, perché oggi Taranto può essere considerata alla stregua
della Sardegna dove viene applicata la legge sulla “continuità territoriale”,
che i nostri amministratori potrebbero invocare anziché appendersi una corda al
collo.
Il diritto alla mobilità è un diritto fondamentale ed inalienabile
della persona. Un diritto che viene però negato ai tarantini e a tutti
cittadini (italiani e stranieri), costretti, per raggiungere Taranto ad un
viaggio da terzo mondo se ...si sceglie il treno. Se si preferisce l'aereo,
bisogna farsi un'ora di calvario da Bari in auto o in taxi pagando tariffe aggiuntive
(minimo 50,00 €).
Il diritto alla mobilità sancito dalla Costituzione per i
tarantini resta dunque un diritto solo sulla carta. Né i politici (regionali o
parlamentari, questi ultimi teoricamente più esperti di leggi) si sono
indignati quando la scorsa estate venivano dirottati voli charter destinati a
Taranto. Esiste però uno strumento legislativo già utilizzato per i
collegamenti da e per la Sardegna, ma anche per la Sicilia e con la Calabria
(Crotone) può essere «copiato» per Taranto in un momento di grave difficoltà
per la mobilità dei cittadini tarantini. Il suggerimento arriva addirittura
(chi l'avrebbe mai detto) dall'avvocato
dello Stato Pierluigi Di Palma, già direttore generale dell'Enac, e
redattore del disegno di legge Fitto sulla concessione degli aeroporti pugliesi
e punto di riferimento per gli aeroporti pugliesi per le procedure che hanno
portato la Puglia ad ottenere il riconoscimento dall'Ue per gli aiuti al
passeggero. Ricordiamo che a Taranto la CEE ha stanziato 5 milioni di € per il
Taranto-Roma e il Taranto-Milano (nella legge finanziaria del 2003 l'allora
ministro dei trasporti Pietro Lunardi aveva previsto per l'aeroporto di
Grottaglie collegamenti aerei con Roma e Milano in regime di oneri di servizio
pubblico). Ma tutto questo richiede impegno e volontà politica. E stando alla
tempestività dei nostri c'è da stare tranquilli: nulla si farà e i tarantini
continueranno a viaggiare da terzo mondo e ad arricchire la nostre amate Bari e
Brindisi.
Ricordiamo che Taranto potrebbe contare su un bacino d'utenza di
circa 1.200.000 abitanti (alta Calabria, Basilicata e costa Salentina fino a
Gallipoli). Ecco perchè Taranto non viene vista di buon occhio e quindi
emarginata da Bari (leggasi Domenico DI PAOLA spalleggiato da Guglielmo
MINERVINI).
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