domenica 12 marzo 2017

RYANAIR SCAPPA VIA DALLA PUGLIA

Michael O'Leary e il suo entourage scappa via
Diciamolo chiaramente, se Ryanair dovesse andare via dalla Puglia, sotto il profilo della mobilità, sarebbe un grosso danno per i cittadini pugliesi, specie quelli che hanno l'aeroporto in casa e spendono 9€ per raggiungere diverse località. Chi è lontano, invece, deve aggiungere un obolo di almeno 100€ o chiedere a qualcuno di farsi accompagnare.
E' pur vero che Ryanair incassa circa 12 milioni€ all'anno che vengono fuori dalle tasche di tutti i pugliesi (anche coloro che non hanno mai preso un aereo), e quindi sono ben felici di non pagare più questa tassa.
Ed è proprio la tassa il motivo del contendere. La tassa aeroportuale che va a rimpinguare le casse dei comuni (Bari e Brindisi). Ryanair dopo aver ottenuto tappeti rossi e tutte le migliori condizioni per far base a Bari a Brindisi, ora, forte dell'accordo con Napoli, chiede di non pagare l'obolo.
Michael O'Leary e Marco Franchini
Perchè Ryanair ha il coltello dalla parte del manico? forse non bisognava essere così accondiscendenti? Ma si sa: tutti sono bravi a fare col... portafogli degli altri.
Ora i nodi vengono al pettine, e si scopre che non era forse il caso di legarsi mani e piedi con gli irlandesi.
Ci racconta tutto, l'ottimo Massimo Scagliarini della Gazzetta del Mezzogiorno
di MASSIMILIANO SCAGLIARINI
BARI - Da due mesi Ryanair e Aeroporti di Puglia stanno litigando a colpi di lettere su una partita che vale circa 1,3 milioni di euro. In ballo c’è una pretesa - perché di questo si tratta - della compagnia irlandese: chiede al gestore pubblico di farsi carico del 50% dell’incremento della tassa municipale, quello (l’incremento) che è stato applicato dal 1° gennaio al 30 agosto 2016, prima che Renzi lo sospendesse proprio su pressioni di Ryanair. E su questa storia appare evidente che si finirà in Tribunale.
Spieghiamo. Sui biglietti aerei viene applicata una municipal tax che serve a «risarcire» i Comuni nel cui territorio sorgono gli aeroporti: un euro è a carico del viaggiatore, il resto della compagnia. Nel contratto che Ryanair e Aeroporti hanno firmato nel 2009 per l’avvio dei voli low-cost era previsto che se la tassa municipale fosse aumentata oltre i 4,5 previsti all’epoca le parti (Ryanair e Adp) avrebbero diviso a metà l’incremento.
Nel 2014, due provvedimenti di legge hanno portato la tassa municipale a 6,5 euro, caricando altri due euro che non vanno ai Comuni ma coprono la cassa integrazione di Alitalia e i costi per il servizio aeroportuale dei Vigili del Fuoco. E dunque Adp fino a tutto il 2015 si è fatta carico del 50% di quei due euro, dunque di un euro a passeggero che ha scomputato dai diritti aeroportuali dovuti dalla compagnia.
Ma al momento del rinnovo del contratto tra Aeroporti e Ryanair, la clausola del 50% è sparita. E infatti dal 2016 la divisione non è stata più applicata. Sennonché quando il 23 gennaio scorso AdP ha chiuso i conti del 2016, Ryanair li ha contestati. Per i primi otto mesi del 2016, infatti, la municipal tax è stata aumentata di altri 2,5 euro sulla base di un decreto del ministero delle Infrastrutture che aveva programmato una serie di incrementi su base trimestrale. Michael O’Leary, il ceo di Ryanair, contestò ampiamente questa decisione e minacciò di lasciare l’Italia: ci fu un incontro con Renzi nel corso del quale l’allora premier decise di sospendere gli aumenti, che infatti sono stati revocati da settembre.
Ora, però, Ryanair vuole da Aeroporti di Puglia 1,25 euro a passeggero per tutto il periodo da gennaio ad agosto 2016. Ed a nulla sono valsi i tentativi di conciliazione: secondo la compagnia low-cost quell’aumento è stato deciso nel periodo di vigenza del vecchio contratto, e dunque deve essere coperto dalla clausola del 50%. Si tratta di circa 1,3 milioni, non di spiccioli: parliamo del 10% del contributo che annualmente la Regione versa alla compagnia irlandese.
Martedì scorso era prevista la visita a Bari di O’Leary, che avrebbe dovuto incontrare il presidente Michele Emiliano. Il vulcanico manager irlandese fa spesso incursioni verbali in politica, e pare avesse annunciato la sua intenzione di definire Emiliano «la Ryanair della Puglia». Ma, a quanto pare, gli era stato assicurato che sarebbe tornato a Dublino con quegli 1,3 milioni in tasca. Emiliano lo ha saputo lunedì sera, ed ha invitato O’Leary a restarsene a casa. È probabile che il prossimo incontro tra i due sarà nelle aule di un Tribunale, a Londra: il contratto di Ryanair è infatti di diritto inglese. Gli irlandesi si fidano dei manager degli aeroporti, ma non della giustizia italiana.
Le rotte Ryanair in comune con Napoli


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