18-11-2013 Comune di Taranto |
La manifestazione ha incassato il sostegno di quasi tutte le associazioni e istituzioni tarantine, ed in particolare, il sostegno di 32 associazioni che facevano bella mostra di sé nello striscione che apriva il corteo.
In seme comincia a germogliare. Lo avvertiamo dall'attenzione che, finalmente la politica e le amministrazioni dedicano al tema "sviluppo alternativo". Il Comune di Taranto, nella persona del presidente della commissione attività produttive, Filippo Illiano, ha deciso di convocare nell'audizione del 18 u.s. anche il comitato pro-aeroporto. Il sottoscritto, delegato dal gruppo, ha avuto modo di esporre i reali problemi che non permettono la piena attivazione dell'aeroporto di Taranto.
Il campanile, che qualcuno ha tirato in ballo nel corso dell’audizione, è un'osservazione ed una motivazione plausibile, solo che l’interpretazione va rovesciata; sono Bari e Brindisi, per una pura questione di interessi economici, non vogliono il pieno sviluppo dell'aeroporto di Taranto, che per la comunità ionica e uno dei mezzi fondamentali per permettere uno sviluppo alternativo: il turismo!
Senza aeroporto, Taranto non può svincolarsi dal suo destino designato: la monocultura dell'acciaio. I cittadini di Taranto vivono un problema anch'esso drammatico, che è la inesistente mobilità (tante che dovremmo evocare la legge sulla “continuità territoriale”). I tarantini non hanno la possibilità e il diritto sancito dalla Costituzione di potersi muovere liberamente, ma sono sempre vincolati e condannati a dover fare riferimento costantemente a Bari e a Brindisi.
Questo succede anche per quei turisti che decidono di venire a Taranto; le difficoltà sono enormi, per la carenza di strutture viarie, di ferrovie, porto eccetera. E anche quando i nostri operatori turistici, riescono ad organizzare e a fare arrivare nel nostro territorio, numeri interessanti di turismo (con l'accordo di farli atterrare a Taranto), questi vengono puntualmente dirottati su Bari e su Brindisi. Con il risultato di continue disdette per le prossime occasioni. Ed infatti le nostre strutture ricettive riescono a funzionare solo al 20%
delle loro possibilità.
Il seme dopo essere diventata pianta, deve cominciare a dare i suoi frutti. È il frutto potrebbe essere un consorzio. È arrivata l'ora di costituire un consorzio che tenga assieme tutti gli operatori turistici (hotel, alberghi, B&B, agriturismo, ristoranti, trattorie eccetera). Un consorzio che veda la partecipazione di tutte le associazioni culturali, dei servizi ai turisti, delle amministrazioni locali, delle associazioni datoriali e imprenditoriali, degli artigiani, della Camera di Commercio, della Confcommercio e della Confindustria. Un
consorzio allargato all'arco ionico-calabro-lucano (che hanno già siglato vari accordi in questo senso), che sappia preparare pacchetti dedicati ai turisti di tutto il mondo e che possa creare le condizioni per rendere appetibile il nostro territorio. Toccherà poi alla politica, ai nostri politici, inoltrare, difendere e far rispettare i diritti di una popolazione che chiede un destino diverso, di giovani che chiedono un futuro di speranza, di giovani che possano restare vicino ai propri affetti, che possano restare ed amare la loro terra, non maledirla, senza dover andare in giro per il mondo ad elemosinare un posto di lavoro e portare la loro competenza lontano da Taranto.
Discutiamo tutti insieme e mettiamo su un consorzio che crei un brand (terra ionica?!), per vendere e non svendere, un territorio che non è l’ultimo arrivato, ma è la “Magna Grecia”.
Donato PENTASSUGLIA
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