manifestazione del 26/10/2013
Il seme è stato piantato lo
scorso 26 ottobre, con la manifestazione dello "sviluppo
alternativo", che ha visto la partecipazione di un migliaio di cittadini,
in prevalenza giovani e studenti, che hanno conferito all'evento un carattere
di gioia, di speranza, di futuro e di ottimismo.
La manifestazione ha incassato il
sostegno di quasi tutte le associazioni e istituzioni tarantine, ed in
particolare, il sostegno di 32 associazioni che facevano bella mostra di sé
nello striscione che apriva il corteo.
In seme comincia a germogliare.
Lo avvertiamo dall'attenzione che, finalmente la politica e le amministrazioni
dedicano al tema "sviluppo alternativo". Il Comune di Taranto, nella
persona del presidente della commissione attività produttive, dott. Filippo Illiano,
ha deciso di convocare nell'audizione del 18 novembre u.s. anche il comitato pro-aeroporto.
Il sottoscritto, delegato dal gruppo, ha avuto modo di esporre i reali problemi
che non permettono la piena attivazione dell'aeroporto di Taranto.
audizione 18/11/2013 |
Il campanile, che qualcuno ha
tirato in ballo nel corso dell’audizione , è un'osservazione ed una motivazione
plausibile, solo che l’interpretazione va rovesciata: sono Bari e Brindisi, per
una pura questione di interessi economici, non vogliono il pieno sviluppo
dell'aeroporto di Taranto, che per la comunità ionica e uno dei mezzi
fondamentali per permettere uno sviluppo alternativo: il turismo!
Senza aeroporto, Taranto non può
svincolarsi dal suo destino designato: la monocultura dell'acciaio. I cittadini
di Taranto vivono un problema anch'esso drammatico, che è la inesistente
mobilità (tant'è che dovremmo evocare la legge sulla “continuità territoriale”).
I tarantini non hanno la possibilità e il diritto sancito dalla Costituzione di
potersi muovere liberamente, ma sono sempre vincolati e condannati a dover fare
riferimento costantemente a Bari e a Brindisi.
Questo succede anche per quei
turisti che decidono di venire a Taranto, le difficoltà sono enormi; per la
carenza di strutture viarie, di ferrovie, porto eccetera. E anche quando i
nostri operatori turistici, riescono ad organizzare e a fare arrivare nel
nostro territorio, numeri interessanti di turismo (con l'accordo di farli
atterrare a Taranto), questi vengono puntualmente dirottati su Bari e su
Brindisi. Con il risultato di continue disdette per le prossime occasioni. Ed
infatti le nostre strutture ricettive riescono a funzionare solo al 20% delle
loro possibilità.
Il seme dopo essere diventata
pianta, deve cominciare a dare i suoi frutti. È il frutto potrebbe essere un
consorzio. È arrivata l'ora di costituire un consorzio che tenga assieme tutti
gli operatori turistici (hotel, alberghi, B&B, agriturismo, ristoranti,
trattorie eccetera). Un consorzio che veda la partecipazione di tutte le
associazioni culturali, dei servizi ai turisti, delle amministrazioni locali,
delle associazioni datoriali e imprenditoriali, degli artigiani, della Camera
di Commercio, della Confcommercio e della Confindustria . Un consorzio allargato
all'arco ionico-calabro-lucano (che hanno già siglato vari accordi in questo
senso), che sappia preparare pacchetti dedicati ai turisti di tutto il mondo e
che possa creare le condizioni per rendere appetibile il nostro territorio.
Toccherà poi alla politica, ai nostri politici, inoltrare, difendere e far
rispettare i diritti di una popolazione che chiede un destino diverso. Di
giovani che chiedono un futuro di speranza, per poter restare vicino
ai propri affetti, restare ed amare la loro terra, non maledirla, senza
dover andare in giro per il mondo ad elemosinare un posto di lavoro e portare
la loro competenza e preparazione lontano da Taranto.
Discutiamo tutti insieme e
mettiamo su un consorzio che crei un brand (terra ionica?!), per vendere e non
svendere, un territorio che non è l’ultimo arrivato, ma è la “Magna Grecia”.
avv. Luigi Albisinni promotore del marchio "terra jonica" |
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