Come diceva Bartali: "...è tutto da rifare". Taranto va male e la sua economia pure. Il Rapporto della CCIAA è impietoso. Le risposte, promesse, dalla nuova Giunta regionale di Emiliano, non ci sono. Il "patto per Taranto" dei nostri consiglieri regionali, si sciolto al sole primaverile.
Siamo abbandonati a noi stessi e, se anche tentiamo una via d'uscita, veniamo subito bloccati. Perchè il nostro destino (nebuloso) viene deciso da altri; c'è chi decide per noi.
Di seguito, l'analisi del presidente Luigi Sportelli.
Certo, Taranto cresce meno di
altri contesti e ciò dipende soprattutto dal fatto che la struttura produttiva
è caratterizzata dalla presenza di grande industria che continua ad essere in
crisi e condiziona negativamente la creazione di ricchezza complessiva. Anche il
turismo, che dovrebbe essere un altro fattore forte di impulso per l’economia,
continua in provincia a non esprimere il suo pieno potenziale e, quindi, il
contributo alla creazione di ricchezza è modesto. Né c’è da stupirsene,
considerata, fra l’altro, la condizione di inaccessibilità della nostra area, con
un aeroporto incomprensibilmente e colpevolmente chiuso ai voli commerciali e i
treni ridotti al minimo sindacale.
Arriverà il turismo crocieristico? Bene, purché intanto si costruiscano
il prodotto e l’accoglienza, altrimenti resteremo transhipment
anche per questo segmento.
Un modello di sviluppo che
non funziona più, sottolineavo, e azioni che hanno risultati parziali perché
continuiamo a voler fare cose nuove con strumenti vecchi.
AEROPORTO: UN POTENTE MOTORE
DI SVILUPPO
Un recente studio di Cassa
Depositi e Prestiti evidenzia come la presenza su un territorio di scali
aeroportuali adeguatamente dimensionati e interconnessi sia in grado di
produrre un beneficio significativo in termini di occupazione, valore aggiunto
e PIL. Oltre all’impatto economico diretto, indiretto e indotto, CDP rileva una
quarta tipologia, il cosiddetto impatto catalitico, riferito al più ampio
ventaglio di benefici economici connessi alla presenza su un territorio di
scali aeroportuali efficienti. Con specifico riferimento al turismo, oltre all'intuitiva importanza del trasporto aereo, ancora da studiarne è la
rilevanza sistemica, ma sembra che sia proprio la presenza di uno scalo
aeroportuale a favorire lo sviluppo, come l’Ente camerale afferma sin
dall’istituzione del Tavolo per la mobilità della provincia di Taranto nel 2012.
A sostegno di questa tesi, è utile riportare i risultati di una analisi di
profilazione dell‘utenza di Aeroporti di Puglia (1.682 passeggeri presso gli
scali pugliesi in Alta ed in Bassa Stagione) condotta nel 2014 dall'Università
degli Studi di Bari “Aldo Moro” - Dipartimento di Studi Aziendale e
Giusprivatistici. Secondo lo studio dell’Ateneo barese: “Ipotizzando
prudenzialmente che la spesa dei passeggeri negli 8 mesi (2013) rimanenti sia
comparabile a quella stimata per la bassa stagione, il reddito complessivamente
generato per questi mesi è stimabile in 146.629.352 euro, per un totale sui
12 mesi pari a 312.238.383 euro. Il rapporto tra l’investimento nel piano
strategico per il 2013, di importo pari a 9.981.198,78 euro (IVA esclusa), e la
spesa indiretta diffusa sull'intero territorio regionale è pari a 3,2%. Ogni
euro speso genera, su base annua, circa 31 euro di spesa sul territorio”.
Perché, dunque, sull’area
tarantina – e a beneficio dell’intera economia regionale – non si possono
replicare, con riferimento all’Aeroporto di Taranto, gli stessi
benefici effetti?
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