sabato 13 aprile 2019

ORA ANCHE CYBER SECURITY NON SANNO PIÙ COSA INVENTARSI



Pur di non adoperarlo come aeroporto (così come da Convenzione), s'inventano di tutto pur di non far decollare Aeroporto di Taranto.
Come può succedere tutto ciò? semplice, quando tutti sono d'accordo: controllore e controllato.
E allora, è possibile che si faccia di tutto e di più. Come ad esempio: dare cittadinanza ad aziende che non dovrebbero per nessun motivo avere residenza nel sedime aeroportuale.

Stando a quello che scrive Domenico Palmiotti su il Sole 24 ore, AdP, DTA, ENAC, ENAV, sono tutti concordi.

dal Sole 24 ore del 11/04/2019
 Si rafforza il polo aerospaziale di Grottaglie (Taranto). Le ultime novità, che vedono la partecipazione del Distretto tecnologico aerospaziale (Dta), riguardano un progetto per testare la cyber security dei droni ed un altro per la realizzazione di un centro per lo sviluppo delle tecnologie nel pilotaggio da remoto. Il primo vede l'impegno dell'Esa, l'Agenzia spaziale europea, attraverso un finanziamento di 2 milioni. Il secondo, invece, coinvolge l'azienda Ingegneria dei sistemi (Ids), con uno stanziamento della Regione Puglia di 4 milioni a valere del programma operativo Fesr 2014-2020.

Per la cyber security, il progetto si chiama “Cruise” e con esso l'aeroporto diventa banco di prova europeo. È in realizzazione, infatti, il progetto finanziato dall'Esa e gestito da Distretto tecnologico aerospaziale (Dta), Planetek (impresa pugliese nel ruolo di capofila), Leonardo, Aeroporti di Puglia (società della Regione Puglia che gestisce gli scali) Telespazio ed Enav. Obiettivo: utilizzo di sensori per il monitoraggio del territorio e la sperimentazione e dimostrazione con voli reali nello spazio aereo segregato. Previsti collegamenti e collaborazione con il Centro sperimentale di Redu, in Belgio, e il Centro spaziale del Fucino, in Italia. A breve avverrà la presentazione dei primi risultati agli utenti finali: aziende private internazionali, agenzie di sicurezza nazionali e internazionali. 
Progettare, sviluppare e validare un test range (campo di prova) per la valutazione della vulnerabilità e resistenza dei sistemi aeromobili a pilotaggio remoto (Sapr o droni) rispetto agli attacchi informatici sia in ambienti sintetici (simulatori) che eseguendo voli di prova reali all'interno dello spazio aereo “segregato” - cioè delimitato - collegato all'aeroporto di Grottaglie. Questo, nello specifico, l'obiettivo del progetto di ricerca Cruise (Cyber security in Uas missions by SatellitE link) finanziato con 2 milioni dall'Esa attraverso il programma Artes. L'accordo a monte del progetto è stato sottoscritto, mesi fa, da Dta, Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Belgian Federal Science Policy Office (Belspo). Il CyberSec Test Range integrerà infrastrutture Ict, piattaforme di osservazione della terra, di navigazione (Gnss, Global Navigation Satellite Service) e di comunicazioni satellitari (Satcom). I risultati potranno essere utilizzati per garantire la sicurezza nei trasporti aerei, ferroviari, navali e anche sulle autovetture senza conducente. “Cruise”, inoltre, sfrutterà ed estenderà le capacità dell'infrastruttura di Grottaglie - che ha il riconoscimento di Airport Test Bed - nel campo della sperimentazione e dimostrazione dei droni e delle soluzioni innovative per l'integrazione dei velivoli senza pilota nello spazio aereo non controllato. “Grottaglie Airport Test Bed” è infatti un programma coordinato dal Dta che prevede la messa in opera di un sistema integrato per la simulazione di operazioni e missioni aeree con droni equipaggiati con sensori per il monitoraggio del territorio, ma anche la sperimentazione e la dimostrazione con voli reali nello spazio aereo “segregato”. I test riguarderanno sia le operazioni di volo in “linea di vista” (Vlos) che “oltre la linea di vista radio” (Brlos), analizzando, nel secondo caso, anche le vulnerabilità rispetto ad attacchi eseguiti. Questo, si spiega, sfruttando i servizi di telecomunicazioni e di navigazione satellitari (Satcom, Satnav). In particolare, saranno presi in esame attacchi hardware (accesso ai sistemi di pilotaggio del drone); attacchi wireless (sfruttamento del canale di comando e controllo del drone con la stazione remota di pilotaggio e del canale di comunicazione dei dati raccolti dai sensori); attacchi ai sensori (manipolazione dei dati ricevuti ai sensori di bordo o inviati a terra dai sensori di missione). 
Il nuovo investimento finanziato dalla Regione Puglia avrà invece sede nell'ex caserma dei Vigili del Fuoco. Si chiama “Cesare”, acronimo di Centro sperimentale per aeromobili a pilotaggio remoto. Lo ha presentato l'azienda Ids, Ingegneria dei Sistemi, in collaborazione con la Altea (attiva nel terziario avanzato con sede a Baveno, in Piemonte), la Sinds (Roma) e la Euronet (sede a Grottaglie, attiva nel campo dell'Ict e specializzata in sicurezza informatica e web application). La Ids, di base a Pisa, opera da poco meno di due anni a Grottaglie dove ha insediato un Centro di formazione per preparare i tecnici al pilotaggio remoto. L'investimento è di oltre 7 milioni di euro complessivi e consisterà nella realizzazione di uno stabilimento in grado di utilizzare nuove tecnologie e materiali avanzati sia per la produzione di velivoli a pilotaggio remoto, che per lo sviluppo di sistemi avanzati per la loro gestione. Il progetto prevede a regime 25 nuovi occupati. 
A fine febbraio il sito di Grottaglie è stato visitato dall'ambasciatore di Israele in Italia, Ofer Sachs, interessato sia alle potenzialità di sviluppo del polo aerospaziale che ai rapporti di collaborazione (già in atto) tra il Politecnico di Bari e il Technion di Haifa. Senza trascurare che da oltre dieci anni Grottaglie ospita l'insediamento ex Alenia, ora Leonardo, che costruisce due sezioni della fusoliera in fibra di carbonio del Boeing 787 (insediamento che di fatto ha avviato la riconfigurazione produttiva dell'area) e che il recente piano strategico di Aeroporti di Puglia ha ribadito la vocazione industriale dello scalo.

mercoledì 3 aprile 2019

NELL'AEROSPAZIO C'E' TANTO ...SPAZIO


Perchè tanto interesse per l'aerospazio? Forse perchè c'è tanto spazio e tanto spazio per manovre.



I nostri politici sono rimasti letteralmente affascinati da questa nuova attività (ovviamente lontana da casa loro).



Speriamo, prenotino al più presto, un viaggio andata/ritorno: lasciamo a voi decidere!


Ecco un articolo del Fatto Quotidiano, ad opera di 

Sul futuro del Centro di ricerca aerospaziale di Capua pende una spada di Damocle che arriva dal passato: è la relazione di 148 pagine chiesta a Deloitte dall’ex presidente Asi Roberto Battiston per far luce sulla gestione del Cira dal 2011 al 2016, anni in cui alla guida dell’Agenzia (che controlla il Cira) c’era prevalentemente Enrico Saggese, dimessosi nel 2014 dopo lo scandalo che gli è costato il rinvio a giudizio per corruzione. Chiesta a febbraio 2017, costata 100mila euro e consegnata dopo sette mesi, la due diligence è da sempre considerata un documento super riservato, di cui pochissimi ne conoscono il contenuto. Nei giorni dello scontro a distanza tra il commissario dell’Asi Benvenuti e il suo vice Cinque anche sul report Deloitteilfattoquotidiano.it ha potuto studiare nel dettaglio la due diligence. Che scatta una fotografia della gestione opaca del Centro di ricerca, con costi del personale e delle consulenze esterne lievitati negli anni a fronte di un taglio della manutenzione. Un fattore, quest’ultimo, che ha causato danni e mancato utilizzo delle strutture avveniristiche del Cira, con conseguenti ed esorbitanti necessità di spese (si parla negli allegati tenici di 20 milioni) per riportarle in funzione. Si tratta di impianti di proprietà dello Stato, che negli anni ha investito oltre un miliardo di euro per realizzarli.