dal Corriere del Mezzogiorno del 04/04/2012 |
Visto che la politica (quella con la "p" minuscola) tarantina non è in grado di far rispettare il "Diritto alla mobilità" del popolo tarantino, sancito dalla Costituzione, ecco, ancora una volta il ricorso alla Magistratura che dovrà fare luce su una delle tante pagine oscure della storia di Taranto.
La Digos coordinata dal vicequestore aggiunto Maurizio Scialpi su disposizione del sostituto procuratore Maurizio Carbone, ha sequestrato una certa quantità di documenti.
La denuncia era partita il 02/01/2012 dall'avv. Luigi Albisinni (candidato a sindaco col movimento "Taranto c'è").
È la prima promessa mantenuta del corposo programma
elettorale; è stato uno dei motivi che ci ha spinto a candidarci per il movimento Taranto c’è.
Articolo:
TARANTO — Oltre cento milioni di
euro destinati all'aeroporto di Grottaglie potrebbero essere stati utilizzati
diversamente da Aeroporti di Puglia. È questa la complicata vicenda sulla quale
la procura della Repubblica di Taranto sta cercando di fare chiarezza.
Sotto la lente d'ingrandimento
sono finiti i fondi europei che la società che gestisce gli scali pugliesi
avrebbe dovuto utilizzare per lo sviluppo dell'aeroporto «Arlotta» nella città
delle ceramiche.
Su disposizione del sostituto
procuratore Maurizio Carbone, infatti, nei giorni scorsi gli agenti della Digos
di Taranto, agli ordini vicequestore aggiunto Maurizio Scialpi, hanno raggiunto
gli uffici baresi della società guidata da Domenico Di Paola, e acquisito
documenti in merito alla vicenda. In particolare l'indagine, che al momento non
ha ipotesi di reato e nessun iscritto nel registro degli indagati punta a
capire quale sia stato il reale utilizzo dei 98 milioni di euro stanziati per
l'adeguamento delle infrastrutture di volo, come sono stati spesi gli oltre 8
milioni di curo destinati originariamente per la riqualificazione dello scalo e
infine quali spese Aeroporti di Puglia ha sostenuto con i cosiddetti «Aiuti di
Stato 55/2007»; 5 milioni di euro stanziati per la promozione dei voli che lo
scalo grottagliese avrebbe dovuto ospitare. Fondi che nell'infrastruttura
tarantina, insomma non sarebbero mai arrivati.
La vicenda è partita da un
esposto presentato, durante i primi giorni del 2012 dall'avvocato tarantino
Antonio Raffo per conto del Movimento «Taranto c'è».
«Lo sviluppo economico del nostro
territorio - si legge nel documento presentato dal movimento fondato da Luigi
Albisinni - passi prima di tutto attraverso il potenziamento delle
infrastrutture e, tra queste, l'aeroporto di Grottaglie rappresenta
probabilmente quella più strategicamente rilevante e con le maggiori
potenzialità con 3.250 metri di pista (la terza più lunga in Italia dopo
Malpensa e Fiumicino) e una collocazione a pochi chilometri dal capoluogo. Nel
2003 fu sottoscritta una convenzione che attribuiva la gestione della struttura
all'altera Seap, oggi Aeroporti di Puglia, società detenuta per oltre il 99%
dalla Regione Puglia. La convenzione, inizialmente di durata triennale» fu prorogata
per ben 40 anni, in spregio alle norme vigenti in materia, tanto da indurre
l'autorità garante per la sicurezza a giudicarla illegittima. Nonostante
questo, nulla si è fatto per superare l'ostacolo e si è assistito nel tempo ad
una serie di promesse disattese».
Milioni di euro che, insomma,
avrebbero potuto far «decollare» l'Adotta di Grottaglie, che invece resta
ancora sospeso nel limbo tra destinazione cargo e civile.
dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 04/04/2012 |
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