mercoledì 28 agosto 2013

MENTRE NOI ASPETTIAMO GIANNINI, A BRINDISI ARRIVANO 18 MILIONI

il nuovo aeroporto di Brindisi
E mentre noi aspettiamo a settembre la visita dell'assessore ai trasporti regionali Giovanni Giannini, che ci spieghi i € 500.000,00 per il CARGO!!!!!!!
a Brindisi vengono stanziati € 18.000.000,00 per allargare e rimodernare l'aeroporto.
I nostri consiglieri regionali tarantini ci dicono di stare tranquilli, ma intanto le uniche cose che vengono autorizzate a Taranto sono le discariche (vedi: mater gratiae).
Il divario di Taranto in fatto di mobilità, già grave, diverrebbe incolmabile.

Ecco l'articolo del Quotidiano:

L'aeroporto di Brindisi cresce
In arrivo lavori per 18 milioni

di Francesco R. PICCININ

BRINDISI - Diciotto milioni di euro per cambiare
il volto all'aeroporto di Brindisi. Nell'arco di un 
mese, infatti, Aeroporti di Puglia ha bandito tre 
differenti gare d'appalto per una serie di lavori 
relativi allo scalo che collega il Salento al 
resto del mondo. Si tratta, in particolare, dei 
lavori di ampliamento e adeguamento 
delle sale d'imbarco (poco meno di 8 milioni 
di fondi Fas 2007-2013), delle opere di 
rifacimento dei piazzali di sosta per gli 
aeromobili e di adeguamento delle infrastrutture 
di volo (poco più di 7 milioni e mezzo di euro di fondi Fas 2007-2013) ed infine della 
progettazione ed esecuzione della ristrutturazione della caserma dei vigili del fuoco 
dell'aeroporto (poco più di due milioni di euro provenienti dalla riprogrammazione dei fondi 
Fas 200-2006).

Tutte e tre le gare seguono la formula della procedura aperta con il criterio di 
aggiudicazione del prezzo più basso e scadono, rispettivamente, il prossimo uno ottobre, 
il prossimo 10 settembre ed il prossimo 9 settembre. 
Scopo del primo progetto, ovvero l'ampliamento e l'adeguamento delle sale di imbarco, 
è quello di “evitare crisi di tipo gestionale ed operative”, come si legge nella relazione 
tecnica del progetto, ed in modo da soddisfare, tecnicamente ed economicamente, 
“la nuova domanda di trasporto passeggeri”. Gli interventi prevedono lavori di ampliamento 
per quasi 1.500 metri quadri e di adeguamento e ristrutturazione per poco meno di 3mila 
metri quadri. Il tutto assicurando “la continuità delle caratteristiche costruttive, e la 
funzionalità del complesso aeroportuale esistente riducendo al minimo i disagi durante 
il periodo di realizzazione delle opere”, che dovrebbe durare circa sedici mesi.
Una delle novità di maggiore impatto, a livello progettuale, è il tetto del nuovo salone delle 
partenze, che sarà realizzato con strutture metalliche curvilinee di grande luce, sormontate 
da pannelli fotovoltaici in silicio di ultima generazione; l'innalzamento delle due torri faro 
fino a trenta metri di altezza; la realizzazione all'interno dell'area dove attualmente sorgono 
le sale di imbarco di nuovi locali destinati ad attività commerciali con l'aumento del numero 
dei nastri di controllo bagagli e del numero delle postazioni di polizia per il controllo dei 
passeggeri diretti nelle aree extra Schengen; l'aumento del numero di gate da 8 a 
quindici; la realizzazione, all'esterno in corrispondenza degli ingressi di arrivi e 
partenze, di due pensiline in acciaio.

Per quanto riguarda, invece, i lavori che riguarderanno i piazzali di sosta, si sa 
di certo che ridurranno le capacità operative della struttura ma proprio per minimizzare 
l'impatto interesseranno, volta per volta, settori da 15mila metri quadri. Le aree attualmente 
lastricate (60mila metri quadri circa) saranno completamente rifatte mentre saranno realizzati 
ex novo altri piazzali ed aree pavimentate (per circa 20mila metri quadri), una viabilità perimetrale 
ed il prolungamento del sentiero luminoso di avvicinamento. Il tutto per venire incontro 
alle nuove esigenze tecniche determinate dall'aumento del traffico fatto registrare 
dall'aeroporto di Brindisi negli ultimi anni.



L'ultimo intervento, quello relativo alla caserma dei vigili del fuoco, risponde infine 
all'esigenza di recuperare un edificio ormai obsoleto e di adeguarlo alla normativa vigente. 
A questi interventi si aggiunge la realizzazione di un nuovo punto di avvistamento fuoco, 
più alto rispetto all'attuale.

Domenica 25 Agosto 2013

domenica 25 agosto 2013

ECCO COSA SUCCEDE ATTORNO AGLI AEROPORTI

Taranto e il suo aeroporto
Abbiamo la fortuna di avere una grande infrastruttura libera da qualsiasi vincolo, se non quello che ci viene imposto da Nichi Vendola: "Restare chiuso".  
Un aeroporto che ha un'estensione pari a mezza Taranto e può continuare a svilupparsi ed ampliarsi (a differenza di Bari e Brindisi) senza problemi. Un aeroporto cosi, in altre parti d'Italia (vedi Perugia e Bergamo) ha fatto svoltare l'economia per tutto l'indotto che ci gira intorno. Mi è sembrato esemplificativo questo articolo di Fabrizio Patti:
Le città ideali? Sorgeranno attorno agli aeroporti
Spazi immobiliari enormi nascono attorno agli hub: uffici ma anche negozi e cliniche. Italia al palo

Si chiama Aeroville e sarà completato entro la fine del 2013. È un nuovo centro commerciale di 110mila metri quadrati, cioè di dimensioni extra-large, che sorgerà nell’area dell’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi. Sarà un unicum in un aeroporto ma non è certo la prima realizzazione nelle aree del CdG. Già oggi nelle aree di proprietà dello scalo si contano oltre 700 aziende attive, che generano 87mila posti di lavoro. Se si estende lo sguardo alle immediate vicinanze all’aeroporto, i 770mila mq di uffici portano il conteggio a 250mila occupati.
Sono cifre destinate a salire: un documento finanziario di Aéroports de Paris informa che tra il 2011 e il 2015 lo sviluppo immobiliare totale oscillerà tra i 320mila e i 360mila metri quadrati. Si tratta di alberghi, uffici, attività commerciali e centri di logistica e supporto al cargo. In una parola, è dell’essenza delle airport city, i quartieri aeroportuali che si stanno trasformando in vere città.
«Lo sviluppo delle airport city sta considerevolmente accelerando, moltiplicandosi rapidamente su scala globale». Inizia così un articolo sull’ultimo numero della rivista “Airport World”, a firma del professor John Kasarda, considerato il guru delle città aeroportuali. Autore del neologismo “aerotropoli”, ha studiato tutta la vita l’economia legata ai nodi intermodali e ha elaborato uno schema di città aeroportuale ideale. Nel suo ultimo studio ha identificato 80 airport city nel mondo: 38 sono nel Nord America, 20 in Europa, 17 in Asia e Pacifico, sette in Africa e Medio Oriente, due nell’America Latina. L’Italia è completamente assente dalla mappa.
La città aeroportuale ideale, elaborata da John Kasarda (da Airport World)
La chiave per capire questo balzo è che gli hub sono sempre meno delle semplici infrastrutture dedicate al volo e stanno diventando magneti di business e acceleratori dello sviluppo di intere regioni. Una ricerca dello stesso Kasarda ha mostrato come negi Stati Uniti 19 milioni di posti di lavoro, il 17% del totale degli occupati, siano posizionati in un raggio di 10 miglia dai 24 aeroporti più importanti. Nella sola Chicago si sono sviluppati 450mila posti di lavoro nel raggio di 5 miglia dall’aeroporto O’Hare. 
Alle aziende globalizzate conviene avere dei punti di incontro facilmente raggiungibili da personale proveniente da ogni parte del mondo. Lo staff, i dirigenti e i clienti o fornitori si possono trovare in quartier generali virtuali, come gli sconfinati alberghi aeroportuali. I nomi più noti in Europa sono lo Sheraton di Amsterdam, l’Hilton di Francoforte e il Sofitel del Terminal 5 di Londra Heathrow. Più spesso i quartier generali sono reali. 
Il Gateway Gardens di Francoforte
I PROGETTI
In Europa è Amsterdam Schiphol, assieme a Parigi, la calamita più potente per le multinazionali: sono attive oltre 500 aziende, che danno lavoro a 64mila dipendenti.  L’espansione è ancora in corso e riguarda attività che normalmente non avrebbero niente a che fare con un aeroporto: un museo, un casinò, un campo da golf, oltre a vari alberghi e strutture per il tempo libero. Amsterdam è stato l’apripista, sul cui esempio si sono mosse poi altre realtà quali Zurigo, Francoforte, Dublino e Berlino. 
Zurigo avrà uno dei quartieri aeroportuali più interessanti: si chiamerà “The Circle”, sarà una torre rotonda, che occuperà relativamente poco spazio: 37mila metri quadrati di suolo consumato, per 200mila metri quadrati di superficie calpestabile. Oltre a uffici e hotel, avrà una grande clinica medica da 10mila metri quadrati, una spa, vuole destinare a business school e centri di ricerca 8.500 metri quadrati e avrà negozi e ristoranti per altri 17mila metri quadrati. Il progetto è dell’architetto Riken Yamamoto, che si è aggiudicato lo scorso anno un concorso internazionale. La prima fase sarà completata nel nel 2016, per un investimento di 1 miliardo di franchi svizzeri.   
Simili per la varietà di attività sono i tre grandi progetti tedeschi: il Gateway Gardens di Francoforte è un’ex zona militare che dal 2008 si è trasformata in un complesso di 20 edifici, per 700mila mq di superficie e un investimento di 1,7 miliardi di euro. Sarà completato definitivamente solo nel 2021 e sarà diviso in sette quartieri. È stato concepito come un nuovo centro urbano con uffici, centri congressi, alberghi, ristoranti e un un piccolo parco e di svago. In Germania si stanno realizzando altri due quartieri aeroportuali, a Düsseldorf e Berlino. Punta moltissimo sull’airport city anche Manchester, che confida di rilanciare la propria economia grazie progetto da 700 milioni di sterline e 320mila metri quadrati di edifici di industrie, commercio e logistica. Prima pietra nel 2011, sarà completata tra 15 anni. In Irlanda è ancora più ambizioso (350mila mq solo nella prima fase) il progetto di Dublino, per il quale è previsto un investimento da 4 miliardi di euro. Ci sono poi i piani di sviluppo a Kiev e Varsavia. Fuori dall’Europa i progetti sono decine: Hong Kong, Singapore, Seul e Dubai sono i più impressionanti. 
Il progetto The Circle di Zurigo
ITALIA ANNO ZERO
Per realizzare questi progetti servono principalmente, oltre ai soldi da investire, collegamenti ferroviari ie una pianificazione di lungo periodo. Proprio questo è quello che è mancato in Italia, spiega Giulio De Carli, socio fondatore della società di architettura One Works, specializzata nella progettazione di aeroporti e centri commerciali. Gli aeroporti e i territori non si coordinano, non pianificano e il risultato è doppio: «la crescita degli scali è limitata e si sono moltiplicati ovunque parcheggi privati, piccoli alberghi non attrezzati, servizi per gli autonoleggi e uffici, senza qualificare l’offerta con standard urbani e ambientali decenti». 
Ci sono poi i vincoli dell’Enac (l’Ente nazionale aviazione civile), che dal 2011 non permette di costruire entro una fascia di un chilometro dall’asse della pista strutture come i centri commerciali e gli stadi. «Ma se si pianificasse in modo armonico ci sarebbe spazio per tutti», aggiunge De Carli. «Ora, con il nuovo atto di indirizzo del ministero sul Piano Aeroporti si può vedere uno sviluppo di un aeroporto nel medio termine, quindi capire quanto si estenderà in futuro e organizzare le attività di conseguenza». Il rinnovo avvenuto dei contratti di programma per gli aeroporti di Venezia, Milano e Roma, con gli aumenti tariffari e gli impegni a effettuare investimenti da parte delle società di gestione, sono un altro segnale di possibile accelerazione. Questo in teoria.
In pratica l’unico progetto concreto è quello che dovrebbe sorgere attorno all’aeroporto di Venezia, il cosiddetto Quadrante di Tessera. È un’area a nord dell’aerostazione sulla quale il Piano di assetto territoriale (Pat) prevede l’insediamento di uno stadio, di un casinò e in proporzioni minori di attività commerciali, ricettive e terziarie. Un primo progetto era stato approvato nel 2008, con la giunta Cacciari, ma il patto tra Comune e la società di gestione Save, proprietaria dei terreni, era stato vanificato nel 2011 dai nuovi limiti dell’Enac. Un secondo accordo è stato raggiunto nel 2012, con lo spostamento di casinò e stadio. Il problema è che per ora è tutto fermo: è cronaca di questi giorni uno scontro tra il comune e la Save, il cui presidente Enrico Marchi accusa il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni di non voler portare avanti il progetto, avendo disertato gli incontri fissati.
I piani attorno agli altri scali sono ancora più lontani: l’aeroporto di Bologna aveva annunciato nel 2009 lo sviluppo di un ambizioso centro direzionale ma non ci sono stati sviluppi successivi. Dall’aeroporto il direttore business non aviation, Stefano Gardini, non dà per spacciato il complesso: «il progetto è vivo, si tratta di capire quali saranno i tempi». Attorno all’aeroporto di Pisa il documento preliminare di indirizzo per il piano strutturale dell’area pisana ha ipotizzato un nuovo centro congressi nei pressi dell’aeroporto Galilei, dentro un quartiere con più servizi e più vivibile, ma non esiste un progetto concreto.
Ci sono poi gli sviluppi di privati, non coordinati dagli aeroporti, che assomigliano vagamente a dei quartieri aeroportuali. Ma anche loro non hanno avuto fortuna. Vicino all’aeroporto di Orio al Serio sono già presenti il centro commerciale Oriocenter e un hotel Nh. Ma l’adiacente Polo del lusso, progetto dei costruttori Percassi, è fermo. Non abbandonato definitivamente, ma i lavori sono stati rinviati di due anni.
Sempre per la crisi, sia economica ma soprattuto di traffico, si è sgonfiato anche l’MXP Business Park di Malpensa. Presentato nel 2008, era un progetto immobiliare da 270mila metri quadrati contiguo all’aeroporto di Malpensa. Avrebbe dovuto contare un centro direzionale in cui le aziende avrebbero potuto «affittare uffici e spazi multimediali evitando di essere costretti ad avventurarsi nel caos cittadino», come riportavano articoli al momento del lancio. Lo ha sviluppato da Villa Carmen Srl, una società partecipata dall’olandese Schiphol Real Estate, da Finiper e altri investitori italiani. In realtà, degli otto moduli previsti ne è stato realizzato solo uno. Utilizzato da Lufthansa Italia, è poi stato abbandonato dalla compagnia quando questa ha lasciato l’Italia. Nel suo ultimo bilancio l’aeroporto di Schiphol comunica di aver ceduto la propria partecipazione nella società Villa Carmen.

domenica 18 agosto 2013

VENDOLA LIBERACI DALLE ...CATENE - PETIZIONE

la petizione da firmare su Avaaz.org

Con questa petizione ci rivolgiamo al maggior azionista di Aeroporti di Puglia S.p.A., detenuta al 99,4% dalla regione Puglia: Nichi VENDOLA.
Questo il testo:
Signor Governatore,
ci liberi dalle ...catene che Lei e AdP ci stringete da quasi un decennio, tenga fede a quello che Lei più volte ha dichiarato a stampa e tv: "...voli passeggeri anche a Taranto", dia seguito a quanto deliberato all'unanimità il 27/09/2011 dal Consiglio Regionale: "...voli passeggeri anche a Taranto", faccia applicare almeno quanto è scritto nel Piano Regionale Trasporti: “voli passeggeri, cargo e charter”, dia dignità alla parola mobilità nella provincia di Taranto, faccia smettere gli scippi ai danni della comunità ionica, dimostri con i fatti ciò che Lei predica con le parole e, dimostri discontinuità da chi l’ha preceduta.

È importante che tanti firmino, perché sarà propedeutico ad una grande manifestazione di protesta, alla quale sarà chiamata a rispondere tutta la cittadinanza e ovviamente tutta la provincia (un grosso aiuto può darcelo la scuola e gli studenti).

Se Taranto vuole realmente cambiare e puntare sul turismo, bisogna avere trasporti efficienti: strade, ferrovia, porto e aeroporto. Solo con un aeroporto libero da impedimenti "politici", sarà possibile: portare turisti da tutto il mondo nel modo più rapido ed efficace; solo utilizzando appieno un’infrastruttura che può vantare la 5ª pista più lunga d’Italia, Taranto potrà far scoprire al mondo i tesori che madre natura le ha donato.
Obblighiamo i nostri …carcerieri (regione Puglia e Aeroporti di Puglia) a darci quello che ci spetta di diritto e per Costituzione, quello che giustamente spetta ad una città col PIL più alto del meridione: IL DIRITTO ALLA MOBILITÀ!

sabato 17 agosto 2013

TUTTO, PUR DI DIRE NO A TARANTO

il tracciato della rotta del volo Ryanair

Pur di non fare atterrare un aereo a Taranto, AdP, preferisce Lamezia o Crotone o ancora Pescara. Tutti aeroporti a non meno di 300 km.
Inutile dire che il disagio per i passeggeri è enorme, ed anche l'esborso per AdP non è da meno (deve organizzare il trasbordo in autobus).
Alla luce della nuova organizzazione di Ryanair (pare con poco carburante a bordo), cosa succederà? Il pilota obbedirà al diktat di AdP?
Non vi è alcuna ragione, perchè, in caso d'indisponibilità di Bari o Brindisi, di non fare atterrare un aereo a Taranto, o si crea il precedente?
Ricordiamo che in occasione della guerra del Kosovo, in un giorno vennero chiusi Bari e Brindisi e tutto il traffico si riversò su Taranto (in poche settimane viaggiarono 1.000 aerei e sbarcarono 52.000 passeggeri) che non aveva ancora la 5 pista più lunga d'Italia.
Ecco cosa accade molte volte a Bari e Brindisi, spiegato da Arnaldo Sala:


Il motivo è semplice: per tutti Taranto non esiste, la gente non deve sapere che qualcuno ha deciso che i tarantini, in fatto di mobilità devono arrangiarsi. Cosi ha deciso la regione Puglia, salvo poi, quando c'è bisogno, spolverare la campagna "qui vola il futuro" che vedete in bella evidenza nei cartelloni pubblicitari all'aeroporto di Bari e Brindisi.

aeroporto Brindisi - nella pubblicità, il caricamento delle fusoliere a Grottaglie
In quest'altro video, sempre Arnaldo Sala, spiega l'egemonia di Bari e Brindisi. Nelle parole di Arnaldo c'è quasi rassegnazione (spero di sbagliare), una rassegnazione che non deve prevalere nel popolo tarantino che, deve, al pari di quello foggiano, chiedere il sacrosanto diritto sancito dalla Costituzione: "IL DIRITTO ALLA Mobilità".


Prepariamoci ad una grande manifestazione di protesta, alla quale sarà chiamata a rispondere tutta la cittadinanza ed ovviamente tutta la provincia (un grosso aiuto può darcelo la scuola e gli studenti) ed intanto possiamo firmare on-line questa petizione:
http://www.avaaz.org/it/petition/Riattivazione_Aeroporto_Taranto/?copy


giovedì 15 agosto 2013

F-35 - INTERROGAZIONE ALLA CAMERA

scheda del parlamentare Alessandro Furnari

Ad una precisa richiesta sul social network Facebook:
“F-35, pare, dislocati a Grottaglie = danni permanenti alla pista con conseguenti difficoltà al ...decollo dell'aeroporto e all'attività della Alenia: Alessandro Furnari in qualità di componente della commissione trasporti alla Camera, è possibile sapere di più?”
I tarantini ringraziano preventivamente.
Alessandro Furnari, ha cosi risposto:
“Impossibile avere notizie ufficiali prima di settembre, i lavori d'aula e di commissione trasporti saranno fermi fino al 6 settembre. L'interrogazione sarà presentata, così come già fatto per università ed Ilva.”
Aspettiamo fiduciosi, non abbiamo motivo di dubitare che l’interrogazione verrà fatta, in caso contrario, segnaleremo: non facciamo sconti a nessuno e non abbiamo preclusioni politiche.
Ed intanto a Bari preparano un nuovo PRT (scommettiamo ancora più vantaggioso per Bari e Brindisi!).
Prepariamoci ad una grande manifestazione per la fine di settembre.

BeppeGrillo movimento5stelle gattino cagnolino

mercoledì 7 agosto 2013

PORTAEREI CAVOUR & F-35

Nave Cavour (CVH 550) è una portaerei STOVL italiana

Al momento è solo un'indiscrezione, ma pare (complici i signori della Marina Militare che giocano ai soldatini), 15 F-35B saranno dislocati a Grottaglie, e 8 di essi saranno ospitati dalla nave Cavour (per rifare il ponte sono stati spesi € 89 milioni).
Il ponte della Cavour è già stato rifatto, perchè gli Harrier creavano dei problemi; immaginiamo cosa faranno questi. Qualcuno potrebbe accusarci di disfattismo o addirittura di comunismo, ma se lo dicono gli stessi americani, allora la cosa dovrebbe fare riflettere, in un momento in cui si chiedono enormi sacrifici agli italiani. Ora le cifre ballano tantissimo, si parte dai 90 milioni x arrivare ai 3 miliardi!!!!!!
Il fatto grave è che si scartano gli aeroporti militari per posizionarli (pare) nell'aeroporto civile di Taranto, con tutta una serie di conseguenza per l'incolumità della pista.
il ministro (foggiano) Mario Mauro
Ecco che assumono altro rilievo le dichiarazioni del ministro della difesa Mauro (foggiano) che vuole i voli charter ad Amendola.
Speriamo d'essere smentiti. Sarebbe auspicabile un intervento di tutti i consiglieri regionali Fabrizio Nardoni, AlfredoCervellera, Francesco Laddomada, Anna Rita Lemma, Arnaldo Sala e del presidente Pentassuglia, e magari dei parlamentari Vincenza Giuliana Labriola, AlessandroFurnari, Michele Pelillo.
dalla Gazzetta del 7-08-2013
Speriamo di essere smentiti, ma le dichiarazioni di Mazzarano non sono confortanti. 
dal TarantOggi del 3 agosto 2013
€ 500 mila per il "cargo" a Grottaglie. Queste sono state le dichiarazioni dell'ass. reg. Fabrizio Nardoni (sabato a Grottaglie), equivale alla promessa di un lavaggio gratis all'acquisto di una Ferrari.
Fabrizio Nardoni e Ciro Alabrese a Grottaglie
Stanziare quella somma per il cargo, quando di cargo a Grottaglie non c'è nulla, lascia alquanto perplessi. Quando nel 2010, in Consiglio comunale (è tutto a verbale), chiesi provocatoriamente all'ing. Di Paola, di poter fare un volo cargo, mi rispose: "...lo sappiamo entrambi che a Grottaglie non c'è struttura e operatore cargo...". Dal 2010 è cambiato qualcosa a mia insaputa?
I consiglieri: Alfredo CervelleraFrancesco LaddomadaAnna Rita LemmaArnaldo Sala e tutti gli altri che hanno firmato, possono dirci qualcosa di più?
Sarebbe stato più logico impiegare quelle "eventuali" somme, per l'ammodernamento dell'aerostazione, visto l'interessamento di importanti compagnie, una per tutte: la Turkish Airlines.
Oppure si vogliono rispolverare vecchi progetti del tipo Aerotecsys, voluto con insistenza da Guglielmo Minervini e appoggiato dai sindaci Salvatore Prete, Ciro Alabrese e da Costanzo Carrieri?
Fare ancora riferimento al PRT (illegittimo) significa rispolverare "vecchie ...politiche"; quelle che non hanno mai permesso alcun sviluppo per Taranto.
Qualcuno aspetta con impazienza il nuovo PRT. Attesa inutile, sarà peggio del precedente.
Confidiamo nell'onesta intellettuale dei nostri consiglieri e nell'interessamento di Luigi Sportelli.

giovedì 1 agosto 2013

QUALCOSA SI ...MUOVE, SPERIAMO DECOLLI


Nelle ultime settimane, abbiamo apprezzato molto gli interventi a favore dell'infrastruttura "aeroporto Taranto": il presidente del Consiglio di Taranto Piero Bitetti, l'assessore alle risorse umane di Massafra Salvatore Fuggiano e per ultimo la novità di oggi.
l'appello di Piero Bitetti
la nota di Salvatore Fuggiano
Il consigliere regionale Arnaldo Sala coadiuvato da tutti gli altri consiglieri, hanno approvato una variazione di bilancio, destinando dei fondi per il polo Universitario e € 500.000,00 per l'aeroporto di Taranto "...sviluppi dei traffici", non è ben definito per quale tipologia: linea, charter o cargo, non è importante: l'importante è che ci siano i traffici!
Importante ciò che promette Arnaldo Sala: "...inizierò una attenta azione di vigilanza affinché la Giunta regionale mantenga fede agli impegni finanziari assunti oggi". Da segnalare che l'iniziativa è stata firmata da tutti i consiglieri ionici e da Sergio Blasi (pezzo grosso del PD) e Ignazio Zullo PDL.
Importante vigilare perché, già altre volte la Giunta e il Consiglio regionale hanno votato, si sono impegnate o hanno promesso “clamorosi sviluppi” (vedi Aerotecsys di Guglielmo Minervini), ma poi non è successo nulla. AdP anzi, ha continuato con la sua …politica, inasprendo ancor di più le ritorsioni nei confronti del territorio, che invece chiede a gran voce; è di ieri l’appello degli imprenditori calabresi, lucani e tarantini, affinchè ci sia maggior attenzione per la costa jonica. Chiedono, in parole povere, che i turisti sbarchino all’aeroporto e al porto di Taranto, invece che a Bari e Brindisi che s’accaparrano tutta la …ciccia, lasciando a noi solo l’osso. 
l'accordo fra le regioni
Un accordo era stato anche firmato lo scorso anno in CDC di Taranto al "tavolo della mobilità" con imprenditori e Confindustria lucana. Il turismo vale il 10% del pil, se ne è accorto il ministro Bray, che ci stimola a cambiare la nostra ...vocazione.
l'intervento del ministro Bray