Ricevo dal preside del Liceo Aristosseno di Taranto Salvatore Marzo, un contributo sull'utilità della riattivazione del nostro aeroporto, che potrebbe facilitare la mobilità e gli scambi culturali con altri popoli, a tutto beneficio dei nostri giovani. Da tempo Marzo si sta impegnando affinché la prima compagnia europea: la Turkish Airlines possa far base nel nostro scalo. Nei mesi scorsi una delegazione della Turkish è venuta qui a Taranto ed ha visitato l'aeroporto, ritenendolo ideo dal punto di vista tecnico, ma obsoleto nel look fermo agli anni '90 (grazie AdP), nonostante gli stanziamenti per l'adeguamento dell'aerostazione: ma questa è un'altra storia.
Questo il contributo di Salvatore Marzo
L’AEROPORTO “M.
ARLOTTA” DI TARANTO: UN PONTE VERSO L’EURASIA.
Il
nostro territorio è oggi impegnato –come mai in passato- nel difficile compito
di realizzare nuovi scenari di sviluppo
culturale, sociale ed economico. In
questo scenario un posto di primo piano è occupato dalla mobilità: il trasporto
delle persone e delle merci è un fattore
decisivo per rilanciare la crescita e l’occupazione.
Tra i protagonisti della mobilità, soprattutto in prospettiva, c’è il
trasporto aereo, sia passeggero che cargo:
infatti –come è a tutti noto- se
per creare lavoro serve sviluppo, per lo sviluppo è necessario garantire lo
spostamento di persone e di merci.
Un fattore, questo, indispensabile non solo
per l’economia ma anche per l’innalzamento della qualità della vita di tutti i
cittadini della nostra Città,
della nostra Provincia e delle regioni confinanti.
Il “nostro” aeroporto “Marcello Arlotta” di
Grottaglie-Taranto è perfettamente idoneo sia al traffico turistico che alla
movimentazione cargo (c’ è solo da ammodernare alcune strutture della sua
reception) e vanta caratteristiche strutturali e funzionali
difficilmente reperibili in altri aeroporti nazionali ed internazionali. La sua pista,
lunga 3.200 m. x 45 m., dopo quella di Roma-Fiumicino, è la più grande del
Sud-Italia: è perfettamente idonea alla ricezione dei
velivoli Jumbo ed è predisposta per a soddisfare le tendenze in atto del
gigantismo degli aerei per trasporto turistico e cargo (si pensi che l’Airbus A380 può trasportare 520 passeggeri disposti su
due piani).
Il bacino di utenza dell’aeroporto “Arlotta”
si colloca nel Distretto Turistico
dell’Alto Jonio Occidentale, un territorio
interregionale di forza e di attrattività tale da costituire un Distretto Turistico
“ideale”, paesaggistico-ambientale e storico-culturale, pur in assenza –sino ad
oggi- di una precisa fisionomia giuridico-istituzionale. Questo territorio interregionale ha come epicentro le province di
Taranto e Matera e lambisce quelle di
Cosenza, Crotone, Brindisi e Bari.
Il Distretto Turistico
dell’Alto Jonio Occidentale può essere considerato una sorta di palinsesto
della storia del Maditerraneo: le sue radici affondano nel sistema talassocratico (“governo del mare” )
della Magna Grecia, che vide Taranto capitale, poi centro pulsante del Municipio romano, porto
bizantino, città saracena, capitale del Principato degli Orsini, Universitates aragonese, importante via della
transumanza.
Il Distretto Turistico dell’Alto Jonio Occidentale, per le sue
vicissitudini etno-antropologiche, per la sua storia, le sue tradizioni, la sua
cultura, nonchè per la sua posizione geografica, per le sue strutture ricettive, per le sue
prospettive di crescita e di sviluppo è nelle condizioni –almeno potenziali- di
intercettare la mobilità e i flussi turistici provenienti dall’Eurasia: un’area
enorme e in forte espansione economica, che si estende dalla Turchia alla Cina
e che guarda con crescente attenzione al
nostro territorio.
L’intercettazione è resa possibile grazie
ai punti di forza degli itinerari turistico-culturali del Distretto dell’Alto
Jonio Occidentale: i biotopi e i parchi (Mar Piccolo, Oasi La
vela, Galeso, Parco regionale “Terra delle Gravine”, Riserva Bosco Pantano,
Parco nazionale del Pollino); i musei
( Taranto, Metaponto, Matera, Policoro, Sibari, Crotone); i parchi archeologici e letterari (dal Parco Archeologico di
Manduria e di Sibari, al Parco Letterario "Old Calabria
-Grand Tour" delle province di Cosenza e Crotone); i castelli (Normanni,
Federiciani e Aragonesi), le grancie e
le masserie (molte delle quali ristrutturate come strutture ricettive); i conventi ed i Santuari (dal Santuario
San Cosimo alla Macchia di Oria al Santuario di Santa Maria di Anglona, monumento nazionale dal 1931); i centri storici che –nel caso del
territorio della Valle d’Itria- trovano
uno scenario paesaggistico e naturalistico unico al mondo; un litorale marino che si estende per decine
di chilometri tra dune, macchia mediterranea e boschi.
Gli itinerari
turistico-culturali del Distretto dell’Alto Jonio Occidentale sono esaltati da
una enogastronomia di eccellenza sedimentata nei secoli: vini (Primitivo di Manduria, Verdeca della Valle d'Itria, Aglianico del
Vulture, Cirò), cibi e cultivar (dal
Capocollo di Martina Franca, al Pomodorino di Manduria; dal pane di Matera e di
Laterza ai Fagioli di Sarconi, fino al Pastizzo
di Rondinella-famosi calzoni pieni di carne-, ecc.), sono i componenti
principali di una filiera agro-alimentare capace di esaltare le sinergie tra
cultura, cibo e società.
Nel Distretto Turistico dell’Alto Ionio Occidentale vi sono numerosi
alberghi, resort, compendi agrituristici e strutture extra-alberghiere, con una
capacità ricettiva totale di circa 51.700 posti letto. Questa ricezione viene supportata da oltre 5.700 posti barca (porti
turistici di Taranto, Marina di Pisticci, Marina di Policoro, Marina di Sibari,
Crotone, Cirò, Roccella Jonica) e si avvale di un buon sistema viario
(SS 106- Taranto-Reggio
Calabria e all’interno la SS 407 Metaponto-Potenza (Basentana); la Sibari-Cosenza (in
fase di ammodernamento); la SS
100 Taranto-Bari e il parallelo tratto autostradale A14; la SS 7 Taranto-Brindisi con super
strada in proseguimento fino a Lecce).
Tuttavia, pur in presenza di queste potenzialità turistico-culturali, l’indice di utilizzo delle strutture ricettive del Distretto Turistico
dell'Alto Jonio Occidentale è stimabile –secondo il rapporto UNIONCAMERE
Basilicata 2012- intorno al 20%: un dato preoccupante, che non garantisce né reddito né
occupazione adeguati.
E’
evidente che siamo di fronte ad un clamoroso spreco di risorse umane e
materiali che non può essere tollerato dalle comunità territoriali e dalla
stessa comunità nazionale.
Ma, se è
vero che lo sviluppo è mobilità, nella sottoutilizzazione delle strutture
turistico-culturali del nostro Distretto, quanto
incide la mancanza di collegamenti aerei per intercettare i flussi turistici?
Indubbiamente moltissimo.
Eppure, a circa un’ora e mezzo di volo dall’aeroporto “Marcello Arlotta” di
Grottaglie-Taranto c’è İstanbul (l’antica Bisanzio,
poi Nuova Roma-Costantinopoli), metropoli con oltre 13 milioni di abitanti.
Raggiungere Istanbul significa atterrare sulla più grande piattaforma di
confluenza tra Oriente ed Occidente: la Turchia.
La Turchia, la cui economia sta
conoscendo una fase di grande espansione, è un ponte naturale sul Medio Oriente
e sull’Asia Orientale, ossia sull’India e Cina (asse orizzontale: Est-Ovest, la
cosiddetta “via della seta”), che si
interseca con la Russia, l’ Asia Centrale e il Nord Africa (asse verticale: Nord-Sud). La Turchia è
un ponte naturale che insiste in una vasta area geografica comprendente un
miliardo e mezzo di persone, i cui confini sono raggiungibili -dagli aeroporti
turchi- con al massimo 4 ore di
volo.
I progetti di mobilità aerea della Turchia sono di grande interesse: İstanbul pur avendo gli aeroporti internazionali
“Atatürk” e “Sabiha Gökçen”, dislocati rispettivamente sul lato europeo ed
asiatico della città, sta realizzando il terzo aeroporto con l’obiettivo di
alleggerire il traffico ormai pesantissimo delle due strutture già esistenti.
Tale successo è anche dovuto allo straordinario sviluppo conosciuto negli
ultimi anni dalla compagnia di bandiera Turkish Airlines.
Il completamento dei lavori
consentirà nel 2023 -centenario della
fondazione della Repubblica Turca- di far transitare dagli aeroporti di İstanbul 150 milioni di
passeggeri l’anno (
si pensi che tutti gli aeroporti italiani non hanno superato, secondo i
dati ENAC del 2009, 130 milioni di
passeggeri, con un mercato
merci molto limitato, pari a 735.000 tonnellate, dietro al Belgio e poco prima
del Lussemburgo ).
Gli aeroporti turchi
privilegeranno linee specifiche per il trasporto merci e passeggeri , con voli
charter e voli di linea da utilizzare verso distretti turistici complementari, preferibilmente
strutturati dal punto di vista paesaggistico-ambientale e storico-culturale, opzionando
piste di atterraggio lunghe ed ampie capaci di offrire servizi efficienti.
Questo spiega il motivo per cui il
turismo -per camminare su gambe solide- non può fare a meno di organizzarsi in Distretto, al fine di strutturare i servizi
in rete sistemica, razionalizzare e coordinare le
attività ricettive sorte sulla costa, nei centri storici, nelle strutture
agrituristiche (masserie, grancie, gualchiere, castelli, trappeti, moderni e
qualificati resort, alberghi), in simbiosi con le strutture museali, con gli
eventi culturali (fiere, mostre, festival a cadenza periodica e programmata),
con i parchi naturalistici e le strutture di alta formazione. Tutto ciò
è ormai indispensabile se si vogliono cogliere tutte le potenzialità offerte
dalla varietà della nostra industria
turistica.
Certamente, l’incontro del 12
settembre a Grottaglie tra l' Assessore Regionale alle Infrastrutture e
Mobilità, Giovanni Giannini e i rappresentanti istituzionali della comunità jonica
sarà un appuntamento chiarificatore per conoscere il ruolo e la funzione dell’aeroporto ”Arlotta” nel
più ampio contesto dell’area EuroMediterranea.
Un momento
molto significativo per capire lo scenario che disegnerà –per il nostro futuro-
il piano dei trasporti della Regione Puglia 2014-2020 .
Un
incontro importante, quindi, che impegnerà tutto il nostro territorio a guardarlo
e a valutarlo con attenzione.
Salvatore
Marzo, Preside del Liceo “Aristosseno”
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